Sai, quando ero piccola sentivo dire, di chi aveva perso una persona cara, che “avesse portato il lutto per un anno, per due anni, per tre anni…” e questo “portare il lutto” era un fattore evidente a tutti, perché la persona si vestiva di nero come il suo malessere e questo comportava una sorta di accettazione implicita da parte della comunità. Ciò che mi fa riflettere nell’affrontare e attraversare questa tragedia è che non ci diamo più il tempo nemmeno per “portare il lutto”, sembra che questo crei disagio, imbarazzo, incertezza e si ha fretta che la persona si rialzi e impari a “portare il lutto” con una certa sobrietà riducendo all’osso questo tempo di malessere per essere nuovamente performante.
Tutti, anche con le migliori intenzioni, vorrebbero toglierti quell’alone, quelle lacrime che dopo sei mesi dalla perdita di Jacopo scendono forse ancora di più perché la mancanza la vivi ancora più forte, ma se si usasse ancora “portare il lutto” forse, questo avverrebbe meno, perché sarebbe evidente che chi vive la tragedia sa che gli serve tempo per attraversarla.
Cara Rebecca non so cosa significhi perdere un padre a 17 anni e mi spiace non abbia vissuto i tuoi successi, le tue cadute e sognato con te per i tuoi progetti come ti saresti immaginata, so che il dolore è intimo e che il mio è diverso dal tuo così come oggi è diverso da quello dei miei figli, che hanno perso il loro fratello, gemello.
Penso sia innaturale pensare di morire dopo un figlio, di dover vivere una vita con questo peso. Puoi anche sforzarti di aspettare la luce alla fine della tempesta, aiuterebbe forse la fede, ma per un genitore sarà sempre un ripiego per sopravvivere, per non annegare perché noi genitori siamo cosi, passiamo buona parte della vostra vita con il desiderio di vedere i vostri successi, le vostre cadute e ascoltare i vostri progetti.
Sono certa che il dolore va attraversato e cambierà forma per imparare a convivere con questo vuoto e trovare le risorse per andare avanti.
Forse più è grande il dolore più ci vorrà tempo ❤️
Cara Rebecca
ti ringrazio per questo caro pensiero.
Sai, quando ero piccola sentivo dire, di chi aveva perso una persona cara, che “avesse portato il lutto per un anno, per due anni, per tre anni…” e questo “portare il lutto” era un fattore evidente a tutti, perché la persona si vestiva di nero come il suo malessere e questo comportava una sorta di accettazione implicita da parte della comunità. Ciò che mi fa riflettere nell’affrontare e attraversare questa tragedia è che non ci diamo più il tempo nemmeno per “portare il lutto”, sembra che questo crei disagio, imbarazzo, incertezza e si ha fretta che la persona si rialzi e impari a “portare il lutto” con una certa sobrietà riducendo all’osso questo tempo di malessere per essere nuovamente performante.
Tutti, anche con le migliori intenzioni, vorrebbero toglierti quell’alone, quelle lacrime che dopo sei mesi dalla perdita di Jacopo scendono forse ancora di più perché la mancanza la vivi ancora più forte, ma se si usasse ancora “portare il lutto” forse, questo avverrebbe meno, perché sarebbe evidente che chi vive la tragedia sa che gli serve tempo per attraversarla.
Cara Rebecca non so cosa significhi perdere un padre a 17 anni e mi spiace non abbia vissuto i tuoi successi, le tue cadute e sognato con te per i tuoi progetti come ti saresti immaginata, so che il dolore è intimo e che il mio è diverso dal tuo così come oggi è diverso da quello dei miei figli, che hanno perso il loro fratello, gemello.
Penso sia innaturale pensare di morire dopo un figlio, di dover vivere una vita con questo peso. Puoi anche sforzarti di aspettare la luce alla fine della tempesta, aiuterebbe forse la fede, ma per un genitore sarà sempre un ripiego per sopravvivere, per non annegare perché noi genitori siamo cosi, passiamo buona parte della vostra vita con il desiderio di vedere i vostri successi, le vostre cadute e ascoltare i vostri progetti.
Sono certa che il dolore va attraversato e cambierà forma per imparare a convivere con questo vuoto e trovare le risorse per andare avanti.
Forse più è grande il dolore più ci vorrà tempo ❤️